Non mi elevo dalla massa

12.03.2013 10:51

Che dire, un blog ormai ce l'han tutti, alcuni addirittura sono arrivati ad entrare in politica, in un Paese "meritocratico", dopotutto... Questo accade.

Le mie ambizioni si limitano semplicemente a tenere una sorta di diario, avendo già riempito quaderni su quaderni, ho deciso di abbandonarmi alla tecnologia, perchè fa più figo, è di tendenza, chiaro, no?

Avendo spesso moltitudini di crisi riguardo ad altrettante moltitudini di tipologie, tutto ciò mi sarà molto utile, dal momento in cui avrò il bisogno di, come dire, "sfogarmi". Liberare pensieri, obiettare a qualunque cosa, esprimere giudizi senza dovermi confrontare (almeno credo) con il mondo esterno, di certo non vado ad inneggiare alla vita sociale. Potrò persino parlare con Rosseau senza interpellare il muro rosa della mia stanza, ci sarà questo bel foglio elettronico a patire la pesantezza dei miei discorsi.

L'aula studio, poi, è il mio habitat naturale, dal momento in cui non ho alcuna rottura di scatole e mi posso concedere qualche minuto di distrazione dallo studio per questi appunti di vita quotidiana.

Essenzialmente ciò che verrà scritto qui riguarderà le mie pene sentimentali, perpetue ed invalicabili. L'amore, quello perfetto e quello travagliato, sempre che di amore si possa parlare, non vi è una definizione chiara del concetto, viene sbandierato in mille e una salse, interpretato a seconda della condizione psichica del momento. Ora lo considero una sorta di ossessione, che ben si allontana dall'idea più comune dell'amore in sè, ossessione perché è esattamente così che la sto vivendo da ormai parecchi mesucci, qualcosa che ho creato io, dal nulla, senza che mi siano stati dati appigli concreti ai quali aggrapparmi per definire contorni chiari e precisi. Ossessionata da una persona che non mi ha mai dato il modo di credere ci sarebbe stato un futuro, è stata la mia immaginazione a realizzare un contesto che ai miei occhi appare quasi reale e concreto, ma a me piace sognare, anche quando leggo Hobbes.

Giurisprudenza, oh yeah!

Tornerei a studiare, oggi non ho un granchè voglia di lamentarmi ed inventare storie idilliache su come ho coronato il mio sogno amoroso con il signor Lepic, chissà in questo momento che cosa starà facendo. Sarà impegnatissimo, chissà se ricorda il mio nome. Non che mi importi molto, ormai. Dopo tutti questi mesi passati nell'ombra senza che lui potesse lontanamente immaginare che cosa mi stesse passando per la testa, mi ritrovo ad accontentarmi di sfiorare pensieri che ben difficilmente potranno venire alla luce della realtà che tanto vorrei contrastare e modificare in tutto e per tutto, caro il mio Irvin, sarò una squilibrata, che ti devo dire? Non so proprio come sia stato possibile che la mia vecchia razionalità sia stata surclassata da ossessioni e gelosie a causa di  un unico e particolare incontro di quell'estate ormai finita e dimenticata, e di razionale in quel che mi è accaduto c'è ben poco, per non dire nulla.

Spero di vederti, per caso chiaramente.

Le sudate carte mi osservano con circospezione.