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Il sesso complica le cose

25.03.2013 09:29

"Let's mess up everything"

 

Da tempo immemore non sono più in grado di pensare nemmeno lontanamente ad avere una relazione. A parte con il signorino che tanto nomino in questo blog che, fattosi proprietario di quel che è la virtù dell'onestà, mi ha reso partecipe del suo gusto in fatto di donne nel quale, com'era chiaro che fosse, io non rientro. Perché sono a 5 anni da quel che vuole lui. Caro il mio Irvin, 23 anni. 23. Non ne abbiamo 40, cala la cresta, ah? Pare sia impossibile vivere il momento, ho capito poi che tu debba fuggire all'estero appena laureato, ma accadrà tra non meno di un anno. Serve esser così fiscale, drastico?

Lo sei perché si tratta di me, vecchio volpone che non sei altro. Non sono una professoressa universitaria, me ne dispiaccio eh, siamo coetanei, sai com'è. Magari è normale che ognuno debba inseguire il tempo al giusto ritmo, e ciò vale anche per te, re del mondo, saccente, lunatico, perverso, incoerente e PRESUNTOSO. Stronzo.

Da quando ti ho conosciuto molte cose sono cambiate, pensare a riuscire a toglierti dalla mia testa per metterci qualcun'altro al tuo posto sta diventando sempre più un'utopia, nonostante la mia ossessione nei tuoi riguardi stia perdendo gradualmente il suo devastante potere di preclusione nei confronti del mondo esterno. Nel caso io riuscissi a trovare finalmente qualcuno che, a differenza tua, voglia stare con me, mi è inimmaginabile il pensare, per esempio, ad averci un rapporto sessuale, o quant'altro. Un confronto come piacerebbe a me, senza vi sia di mezzo il maledetto orgoglio di cui mi hai resa schiava inconsciamente, sai, una sorta di autodifesa. Non riesco a guardare in avanti, ed il momento mi suggerisce soltanto questa preclusione, come se al di fuori di te non esistesse più alcun uomo.

Cappotto Grigio, il baldanzoso del mio corso, il cui nome è ancora mistero. Ho una certa ispirazione verso di lui, manca il coraggio di conoscerlo, di cogliere l'occasione per dimenticarti una volta per tutte. Non riesco, cazzo. Non riesco. E anche se ci riuscissi che cosa cambierebbe? Penserei a te, non riuscirei a muovermi come mi sarebbe stato più d'istinto prima di conoscerti.

Senza volerlo mi hai letteralmente smontata, in tanti piccolissimi pezzi, che per essere ricongiunti... Beh, non so come si faccia, la colla non ha proprio funzionato.

Ed è solo sesso quel che vuoi, strafottutissimo sesso. Non servo ad altro, giusto? Fanculo, fanculo. Fanculo.

Non so nemmeno più che cazzo dire, non so perché mi è così a cuore quel coglione presuntuoso, non lo so più.

NON SONO ALLA TUA ALTEZZA VERO?

Bon, torno a scrivere il mio stracazzissimo di romanzo, è l'unica realtà di cui ho bisogno in questo momento.

 

Una bella canzoncina per superare questa mattina di delirio:

When darkness falls
And surrounds you
When you fall down
When you’re scared
And you’re lost. Be brave
I’m coming to hold you now
When all your strength has gone
And you feel wrong
Like your life has slipped away
Follow me
You can follow me
And I will not desert you now
When your fire’s died out
No one’s there
They have left you for dead
Follow me
You can follow me
I will keep you safe
Follow me
You can follow me
I will protect you
I won’t let them hurt,
they’re hurting you, no
Ooh yeah
When your heat is breaking
You can follow me
You can follow me
I will always keep you safe
Follow me
You can trust in me
I will always protect you, my love
Feel my love
Feel my love

 

(Follow Me - Muse)

Il mercoledì nel Bunker Universitario

20.03.2013 10:09

 

Stranamente la sveglia, come d'altronde ogni mercoledì, ha deciso di non suonare. Coincidenza? Io credo di no. E' proprio destino che io non debba frequentare le lezioni di quel simpaticissimo professore dal fastidioso accento veneto, insomma. Il suo esame dovrà aspettare fin settembre, invece di 3 mi limito a prepararne 2, magari non rischio di incorrere in una confusione totale. Fortunatamente mi sono svegliata con l'ispirazione alle stelle per lavorare ad un progetto che sto portando avanti sin dal lontano 2006, dopo essermi soffermata su lavori di stampo introspettivo/erotico, sono contenta di cimentarmi in qualcosa che, invece, mi riporta alla mia adolescenza. In questo periodo di travaglio sentimentale ho accantonato scritture di un certo genere, non sono in grado proprio. Psicologicamente sono in una fase di assetto. Non riesco nemmeno a leggere determinate cose, come nemmeno guardarle in un film. Proprio ieri sera han trasmesso in televisione in seconda serata Basic Instinct, uno dei miei film preferiti, che si sa, è ad alto contenuto erotico. Non ce la facevo, non ce la facevo!
Sono facilmente influenzabile? Può darsi, quando si tratta di questioni che riguardano quegli stupidi sentimentalismi rivolti ad un individuo di dubbia natura umana, è facile perdere la cognizione nella dimensione letteraria, uno scrittore, dopotutto, si ispira principalmente a quella che è la sua vita reale per poi trarne racconti di ogni indole, e la mia vena romantica ha nettamente surclassato i pensieri perversi di cui mi piaceva trattare nel dettaglio.
Mi è bastato ricevere un simpatico sms da colui che non deve più essere nominato per cadere in questa crisi mistica.
Un sms, per sentirmi un corpo vuoto, inutile.
Ma supererò anche questo, la fragilità che mi contraddistingue in questi giorni va man mano sfumando, fortunatamente vi è questa mia passione della scrittura, non riuscirei a farne a meno, mi da una carica positiva e, nel "male" di non riuscire più a produrre testi di un genere a me caro, sarò finalmente in grado di liberare il mio spirito fantasy.
Il materiale didattico universitario scaribile dal sito dell'università, mezzora per riuscire a scaricare tutto, la lentezza di questo computer è comparabile al movimento di un bradipo assonnato.
Dopo una pausetta di riflessione mi sono appuntata gli esami che devo dare in questa sessione e, a quanto pare, ammontano a 4!  Fortunatamente 3 sono scritti, proviamola questa impresa, al massimo mi ripresenterò ad altri appelli. 2 esami non erano abbastanza complicati, e a me piace cambiare spesso idea, a parte in ambito sentimentale dove adoro fissarmi su di un unico zebedeo per tempi che vanno a dilungarsi fino a nuovi millenni.
Parliamo un po' di sentimenti, dai. Prima di accingermi ad un riassunto abbastanza esauriente della trama del mio prossimo sofferto lavoro, ho bisogno, come mio solito, di sfogarmi, parlando proprio di Te, mio caro.
Sai, in questo periodo, per quanto "amore" io provi nei tuoi confronti (sempre più immotivato), la rabbia ed il rancore (cose a me non convenzionali) crescono esponenzialmente, perchè? Beh, molto semplice.
Sai, io ho sempre sognato la "storia perfetta". Che cosa intendo per storia perfetta?
Niente che abbia a vedere con le favole e i desideri di una ragazzina che guarda troppi film dalla trama idilliaca. Per me la storia perfetta si basa sul reciproco rispetto e sulla fiducia. Una piccola dose di gelosia non guasta. Litigare e rincorrersi, non comprendersi e perdonare l'un dell'altra errori, vivere nel dubbio e talvolta anche nelle certezze, ma stare assieme, nonostante ostacoli e complicazioni, senza i quali probabilmente mi annoierei. Discorsi da intellettuali, discorsi futili, interessarsi alle attività del partner e condividerne delle altre. Guardarsi ed innamorarsi. Infine arriverebbe il sesso, guai senza, giusto?
Ma alla fine. Non all'inizio e perpetuamente soltanto quello.
Maledetto sesso. Ciò che ci ha rovinati, che mi ha rovinata. Questa tua visione di me come donna oggetto, che ormai nemmeno mi saluti, il tuo approccio si limita a frasi di stampo erotico, così squallido, da farmi sentire davvero l'ultima delle ultime, come se i miei sentimenti non fossero mai esistiti, come se questi maledetti sentimenti non servissero ad altro che a farti capire quanto io sia, evidentemente, succube di te da risponderti a qualsiasi cosa, da concederti tutto ciò che mi chiedi.
Ma non è così, per quanto io farei di tutto pur di avvicinarmi a te, il fatto di dover sottostare ad un simile squallore non è propriamente nella mia concezione etica e morale.
No, non lo voglio più. Ho già tentato di giocarmi questa carta, la carta del sesso. Ma un uomo, si sa, non si innamora per mezzo di quello come una donna spera ormai all'ultima spiaggia. Non è altro che un'ultima umiliazione da subire nella posizione di chi non sa più, in termini volgari, che "pesci pigliare". E tu sei un pesciolino alquanto contorto, nato il 13 marzo.
Basta, meglio tornare alle mie ispirazioni fantasy, prima di ricascare nel baratro dell'ossessione acuta.

23 anni fa nasceva...

13.03.2013 10:26

 

Esattamente 23 anni fa nasceva...
...un tale il cui nome spesso s'aggira tra i miei pensieri, Irvin Lepic! Insomma, son 23 anni!
Adesso preparo una bella torta imbottita di crema Chantilly, compro i palloncini ed organizzo una bella festa nella mia stanza in tuo onore.
Canto pure la canzoncina. Peccato non sarai lì nè a sentire nè a vedere, ma ti fischieranno sicuramente le orecchie.
L'uomo della mia vita, per ora. Finchè continuerò a sognare, chiaramente. Finchè riuscirò a sopportare il peso dell'uniteralità sentimentale. Finchè starò bene anche così, si potrebbe trattare di giorni, come di mesi, come di anni. Ti potrei anche rivedere oggi stesso, o tra qualche mese (che sarebbe nella norma, incredibilmente parlando).
13 Marzo.
Stanotte sono riuscita anche a sognarti, le fortune di chi come me è in grado di manipolare l'intero mondo onirico al quale appartiene ogni notte, al di fuori della realtà che purtroppo spesso non ci somiglia.
Mi sei passato vicino, adesso? Ormai ho le allucinazioni, ti vedo ovunque, chiusa parentesi.
Cazzo, sembravi tu. Richiusa parentesi.
Torniamo al sogno, quello mi aggrada di più da raccontare che dovermi soffermare sul fatto che probabilmente mi sei passato a fianco adesso, senza nemmeno salutare, carissimo il mio affascinantissimo festeggiato.
Cose serie:
Il sogno lucido. 
Prima di raccontare ciò che ho vissuto stanotte (niente di erotico, come invece potrebbero pensare i prevenuti e chi legge le mie opere improvvisate), per chi mai dovesse imbattersi in questo divertentissimo ed interessantissimo blog di livello culturale avanzato, vorrei riuscire a dare un due, chiamiamole, "dritte" sulla realizzazione di quello che viene generalmente definito nel gergo corrente un "sogno lucido". Innanzitutto, che cos'è?
Una sorta di manipolazione onirica. Solitamente un sogno riflette, almeno in parte, un avvenimento che ha riguardato la giornata di un individuo, anche un solo ed effimero particolare, come il passaggio di una rondine, o un impercettibile saluto di una persona semisconosciuta al quale non vi è stata alcuna risposta. Può essere frutto di un pensiero assillante, è comunque sempre riconducibile alla realtà che precede le avventure notturne.
Vivendo un sogno non pensiamo, lo portiamo avanti per inerzia, succubi degli eventi, dai più realistici ai più paradossali, e molto spesso nemmeno ci rendiamo conto che si tratti d'un sogno, per quanto possa essere distorta la realtà in esso rappresentata.
C'è invece un modo per guidare tutto questo.
A me accade da quando ero una bambina, mi viene naturale, pensare in un sogno, controllare il mio inconscio, muovermi a mio piacimento e far apparire quello che più desidero, il pensiero è il telecomando, basta riuscire a svegliarsi all'interno del sogno, senza però spegnerlo ritrovandosi a fissare il soffitto della propria camera.
E' una questione di allenamento, il modo più efficace per raggiungere questo stato di "coscienza nell'incoscienza" è trarre ausilio dai battiti bineurali, che gradualmente passano dalle onde alfa, per completarsi in quelle theta e poi, nella fase più profonda, nelle onde delta.
20 minuti sono sufficienti, è necessario solamente uno stato di completo rilassamento prima di cominciare.
Come rilassarsi? Usare l'autoipnosi? Anche.
Sdraiarsi sul letto, a pancia in su, gli altri non devono incrociarsi tra di loro, le gambe un po' divaricate e le braccia che seguono i contorni dei fianchi. Inspirare ed espirare profondamente. I primi 2/3 minuti è consigliabile tenere gli occhi aperti e fissare un punto preciso della stanza, senza che questo evochi alcuna emozione o ricordo, iniziando ad autosuggestionarsi, "mi sto rilassando - sono sempre più rilassato" e così via, man mano che si procede di questo passo il corpo inizia a perdere la sua "consistenza", non vi è alcuna tensione, gli occhi vanno chiusi e l'autosuggestione deve continuare la sua corsa.
Ci si deve immedesimare in una situazione in cui si scendono delle scale, in cui si cala sempre più in profondità. Fare finta, per esempio, di scendere le scale di casa, all'infinito rispetto a quelle reali che dopo qualche gradino terminano.
Scendere, scendere sempre di più. Continuare a rilassarsi e focalizzare il punto chiave al quale si ambisce a realizzare nella dimensione onirica:
nel mio caso, nel mentre il rilassamento s'evolveva, pensavo assiduamente "Io lo voglio, lui mi vuole, io lo voglio, lui mi vuole", senza mai distogliere la concentrazione da tutto ciò.
E' molto importante non farsi distrarre, moltissimo. La stanza deve essere possibilmente buia e tranquilla, nessun rumore deve infastidire, a parte i 20 minuti di battiti binaurali che aiutano a raggiungere lo stato di trance al quale poi ci si abbandona, protagonisti della realtà fantastica (una sorta di "Reality" de "Il tempo delle Mele"- "La Boum (in lingua originale) ).
Ci vuole solamente allenamento prima di riuscire a manipolare i sogni ogni notte, la forza di volontà e la mente, unite in un unica entità, creano dei veri e propri miracoli, ed il benessere è garantito.
Tornando, invece, al mio sogno.
Beh, l'ho visto, la situazione era particolare, non sempre è semplice rendere nel dettaglio le panoramiche di un sogno (altrimenti sarei stata io la protagonista di Inception, per la gioia di Nolan). Eravamo al città fiera, io e lui, era da tanto, tantissimo tempo che non lo vedevo, e finalmente riuscimmo ad incontrarci. Decisi di portarlo a vedere la mia vecchia scuola dove ancora qualche professore che mi aveva educata insegnava, vari saluti e convenevoli, salimmo poi nella sua macchina nuova (sì, quella bianca, da pappone!), chiacchierando. Lui, come nell'effettiva realtà, appariva come avvezzo teso ed agitato. Ad un certo punto si fermò e scese dall'auto, mentre io fingevo di star quasi per addormentarmi nel sedile affianco, sorridendo beffarda. Mi lasciò sola in macchina, anche se ci sentivamo via messaggio.
Ad un certo punto pensai di uscire per raggiungerlo, e proprio in quel momento tornò in macchina da me, convinto di certe idee le quali non sto a divulgar troppo.
Raggiungemmo il mio vecchio appartamento di località balneare, quel che ora ormai abbiam venduto, parcheggiammo e ci incamminammo verso il portone d'ingresso, ecco che però, proprio in quel momento sopraggiungeva mio padre. Erano quasi le 18, chiaramente a quell'ora era solito rincasare dopo lavoro, non potè non notarci assieme alla sua compagna (da ormai 8 anni, mi dispiace Mamma). Mi diede il permesso di portarlo a casa, e nell'imbarazzo più totale prendemmo tutti assieme l'ascensore, mio padre decise di scendere al quinto piano per farsi qualche rampa di scale un po' a caso, noi ci fermammo direttamente al quarto. A casa ci aspettava mia nonna, Irvin continuava a tenermi per mano e andò nella mia camera, mentre io mi volevo un attimo sistemare per essere ancor più bella solo per lui.
Mi agghindai, compiaciuta e lo raggiunsi.
E mi svegliai, perchè alle 7 di mattina la sveglia decide di interrompere sul più bello tutto quanto perchè l'università m'aspetta.
Insomma, spero di avere un continuo stanotte.
Ma quanto era bello? Quanto? Era proprio lui, con i suoi pantaloni beige, le scarpe marroni, il cappotto nero e la sciarpa rossa. Gli occhiali, gli occhi sfuggenti.
Era così... Reale.
Non so per quanto mi potrò ancora accontentare di sognarlo, ormai ho decisamente rinunciato all'orgoglio e a far finta di niente, è palese quello che sento per lui, anche se immotivato, ma chissene frega, no? E' bello anche così.
Aspettare, non aspettare, sperare, non sperare. Le paranoie, le gelosie, i giochi.
Deve essere tutto così difficile? No. Non ci penso più in maniera negativa, assolutamente no, non ne vale la pena. L'amore, o ciò che gli è affine per significato o sensazione, deve essere, DEVE, qualcosa di positivo, e non in maniera relativa. Se si parla di tristezza, di disperazione, beh, quello non è amore, quel male di vivere che ti preme nel momento in cui vieni rimpiazzato dalla persona che ami o ti porti appresso la sua indifferenza, nulla deve portarti alla tristezza, se ami sei sempre felice, ed io col tempo l'ho imparato, nonostante le cose non vadano come ho sempre voluto andassero tra me e lui.
Non ce n'è stata la possibilità, non ne ho avuto l'occasione. Non sono mai riuscita a farmi conoscere quanto avrei voluto, in qualche modo credo di avergli dimostrato soltanto quali fossero i miei lati peggiori, e non me lo so spiegare il perchè. Nel momento in cui esco con un uomo riesco ad essere espansiva, critica, pecco anche di presunzione o arroganza, ma vengo sempre marchiata del titolo di "Miss intelligenza, stramberia e velata simpatia", insomma, mi ritengo una persona affascinante. Perchè con lui non ci sono riuscita?
Ho sbagliato tutto, forse?
Il tempo, il tempo che corre, e non puoi stringere, è sempre un passo avanti a te in quel labirinto di strade che non portano quasi mai alla giusta uscita. Ti senti smarrito, il tempo ha preso la sua strada e lo stai cercando, sbagliando ogni volta via, sbagliando tutto.
Per poi reincontrarlo, superati gli ostacoli, ma non ti aspetta, per scomparire di nuovo in quella strada che è giusta ma tu non vedi. C'est la vie, La Vie Est Belle.
Vorrei tanto mi passassi a fianco per poterti scorgere anche per un solo secondo, maledetta distrazione, dove ho la testa quando serve? Non riesco proprio a capire se eri ad esser passato quì di fianco, come faccio a capirlo? In quest'aula così grande, mi sento osservata e soffocata e non riesco a intravederti, l'unico che vorrei ammirare anche per ore, in silenzio.
C'è storia del diritto medievale quì che mi osserva, damnatio. Mica tu, il libro.
Quest'ossessione sta consumando la mia razionalità...
(sono una squilibrata, Steve Jobs sarebbe fiero di me, pace all'anima sua)

"Il Misantropo" di Molière

13.03.2013 09:40

 

Per me nelle incoerenze dell’amore trattate da Moliere, amare ciò che non conviene è la molla più sovente utilizzata, perché contiene un impatto drammatico eterno e pone la dolorosa questione della difficoltà di amare.
Amare ciò che non conviene, sorgente di errori e di conflitti, spinge i personaggi alla scelta cruciale dell’amore: la scelta tra l’amore tout court e l’amore di sé.
Moliere solleva ante litteram uno dei problemi fondamentali delle coppie moderne: l’indipendenza della donna.
Ciascuno dei due eroi muove ed anima il suo universo, li confrontano ad armi uguali e questi universi sono irriducibili l’un l’altro.
E questa passione irragionevole che Alceste (il protagonista de “Il Misantropo) combatte, questa passione è a volte profondamente toccante.
Quando per esempio Alceste, il puro, l’intransigente, il nemico fanatico della menzogna, supplica Celimene (la donna di cui Alceste è innamorato) di mentirgli.
Atto quarto, scena terza: “Sforzatevi di apparire fedele ed io mi sforzerò di credervi tale”.
Nel quinto atto egli spera ancora di cambiarla ma è una chimera, non si può cambiare un essere e non si ha il diritto di esigere questo cambiamento.
Attraverso delle scuse imbarazzate, nel linguaggio prezioso del XVII secolo, ciò che Celimene vuol far comprendere ad Alceste, ciò che lei vuole dirgli è: “Se mi ami, accetta me come sono perché io non cambierò. Tu accetta me come sono ed io accetterò te come sei”.
Alceste è intransigente, egoista, possessivo. Celimene è leggera, irresponsabile, infedele. Ma se accettassero i loro difetti, se riuscissero a sorridere delle loro differenze sarebbe la vittoria dell’amore sull’amor proprio. Solo che questi sacrifici non sono degni che di un grande amore.
E come si riconosce un grande amore?
Il giorno in cui ci si accorge che l’unico essere al mondo che può consolarvi è quello che vi ha fatto del male, allora si sa che si è una coppia.
“Il Misantropo”: commedia o tragedia?
Monsieur (il fratello del re Luigi XIV) diceva uscendo da una rappresentazione: “Quando si smette di ridere, bisognerebbe piangere!” ed è vero: assistere al fallimento di un grande amore è terribilmente triste, immaginare i due eroi ricacciati nel deserto della loro solitudine è una desolazione.
Io credo sia questo il messaggio di Moliere giunto a noi attraverso il tempo.
C’è qualcuno che ama abbastanza l’essere che dice di amare da preferire la sua felicità alla propria? Da lasciarlo vivere al suo ritmo, piangere delle sue delusioni, ridere delle sue gioie?
E terminerei con queste parole di Alfred De Musset:
“Tutti gli uomini sono bugiardi, incostanti, falsi, chiacchieroni, ipocriti, orgogliosi e vili, vigliacchi e sensuali. Tutte le donne sono perfide, vanitose, artificiose, curiose, depravate. Ma se c’è al mondo una cosa santa e sublime è l’unione di questi due esseri così imperfetti e vuoti.”
“Non Si Scherza Con L’Amore”, scena seconda, atto quinto.

Non mi elevo dalla massa

12.03.2013 10:51

Che dire, un blog ormai ce l'han tutti, alcuni addirittura sono arrivati ad entrare in politica, in un Paese "meritocratico", dopotutto... Questo accade.

Le mie ambizioni si limitano semplicemente a tenere una sorta di diario, avendo già riempito quaderni su quaderni, ho deciso di abbandonarmi alla tecnologia, perchè fa più figo, è di tendenza, chiaro, no?

Avendo spesso moltitudini di crisi riguardo ad altrettante moltitudini di tipologie, tutto ciò mi sarà molto utile, dal momento in cui avrò il bisogno di, come dire, "sfogarmi". Liberare pensieri, obiettare a qualunque cosa, esprimere giudizi senza dovermi confrontare (almeno credo) con il mondo esterno, di certo non vado ad inneggiare alla vita sociale. Potrò persino parlare con Rosseau senza interpellare il muro rosa della mia stanza, ci sarà questo bel foglio elettronico a patire la pesantezza dei miei discorsi.

L'aula studio, poi, è il mio habitat naturale, dal momento in cui non ho alcuna rottura di scatole e mi posso concedere qualche minuto di distrazione dallo studio per questi appunti di vita quotidiana.

Essenzialmente ciò che verrà scritto qui riguarderà le mie pene sentimentali, perpetue ed invalicabili. L'amore, quello perfetto e quello travagliato, sempre che di amore si possa parlare, non vi è una definizione chiara del concetto, viene sbandierato in mille e una salse, interpretato a seconda della condizione psichica del momento. Ora lo considero una sorta di ossessione, che ben si allontana dall'idea più comune dell'amore in sè, ossessione perché è esattamente così che la sto vivendo da ormai parecchi mesucci, qualcosa che ho creato io, dal nulla, senza che mi siano stati dati appigli concreti ai quali aggrapparmi per definire contorni chiari e precisi. Ossessionata da una persona che non mi ha mai dato il modo di credere ci sarebbe stato un futuro, è stata la mia immaginazione a realizzare un contesto che ai miei occhi appare quasi reale e concreto, ma a me piace sognare, anche quando leggo Hobbes.

Giurisprudenza, oh yeah!

Tornerei a studiare, oggi non ho un granchè voglia di lamentarmi ed inventare storie idilliache su come ho coronato il mio sogno amoroso con il signor Lepic, chissà in questo momento che cosa starà facendo. Sarà impegnatissimo, chissà se ricorda il mio nome. Non che mi importi molto, ormai. Dopo tutti questi mesi passati nell'ombra senza che lui potesse lontanamente immaginare che cosa mi stesse passando per la testa, mi ritrovo ad accontentarmi di sfiorare pensieri che ben difficilmente potranno venire alla luce della realtà che tanto vorrei contrastare e modificare in tutto e per tutto, caro il mio Irvin, sarò una squilibrata, che ti devo dire? Non so proprio come sia stato possibile che la mia vecchia razionalità sia stata surclassata da ossessioni e gelosie a causa di  un unico e particolare incontro di quell'estate ormai finita e dimenticata, e di razionale in quel che mi è accaduto c'è ben poco, per non dire nulla.

Spero di vederti, per caso chiaramente.

Le sudate carte mi osservano con circospezione.